di Elisa Heusch
QUARTO OCCHIO – In questo mese in cui l’argomento centrale scelto per il nostro giornale è la solidarietà, vorrei porre all’attenzione dei lettori un sito – ma ancor meglio direi una realtà – che di recente mi ha piacevolmente colpita, ovvero le iniziative di Toscanalab, associazione che dal 2017 opera in centro a Firenze attraverso numerosi laboratori di varie tematiche.
Un insieme di persone che si mettono in modo mirato a disposizione di altre persone – di tutte le età – per sviluppare il potenziale creativo di ciascuno, i talenti, la crescita personale ed in generale il prendersi cura di sé anche a livello psicofisico, utilizzando appunto lo strumento dell’arte.
Come si può leggere sul loro portale “Toscanalab arte e arteterapia è un’associazione ma anche un’idea e un luogo dove ci si occupa di offrire esperienze attraverso le quali il processo creativo e l’esperienza estetica intesi come base per la salute della persona vengano vissute, siano riconosciute, possano essere studiate e divulgate.”
Per questo motivo vengono proposti eventi di vario genere, come incontri con artisti, scultori, autori, danzatori, affinché presentino agli altri la loro personale poetica, il loro stile e la loro estetica.
A questo sono dedicate intere giornate di esperienza oppure serate di presentazione di libri e opere o di lavoro di specialisti arte-terapeuti; vengono organizzati sia incontri individuali che laboratori espressivi di gruppo per chi desidera prendersi cura di sé, perché possa conoscere un modo diverso di farlo attraverso l’arteterapia. Attraverso le diverse esperienze maturate da tutte le professioniste che collaborano tra loro Toscanalab è in grado di proporre qualcosa per ogni età: per esempio esiste un gruppo di incontri Oversixty, così come ci sono esperienze per bambini piccolissimi accompagnati dalle madri, oppure anche proposte per adolescenti.
La finalità primaria è promuovere la partecipazione, la relazione e il benessere attraverso gli strumenti dell’arte e dell’arteterapia, e dunque partecipare, stare in relazione, comunicare.
L’Arteterapia è un altro modo per comunicare, condividere e stare in relazione con gli altri, comprendendo anche intime emozioni, pensieri, stati d’animo, desideri, sintonie e dissonanze.
L’arte è in grado di mediare lo stato d’animo e accompagnare la persona nella ricerca: il fare arte, il contatto con i materiali, i gesti e le forme esprimono ciò che il corpo sa prima che qualcosa diventi chiaro per l’io, e l’oggetto artistico è lì per testimoniarci e dialogare con noi.
Noi dialoghiamo così con noi stessi e con l’altro.
Il fare creativo facilita la comunicazione e la relazione attraverso un linguaggio diverso dalle parole: immaginale, poetico, artistico. Un linguaggio che nutre, attraverso i doni dell’esperienza e dell’empatia estetica, sia coloro che lo realizzano che coloro che ne fruiscono.
Mi va di riportare una parte della loro spiegazione di questo processo, perché la ritengo molto efficace:
“Quando facciamo arte ci troviamo a cercare il giusto medium con cui entrare in relazione perché ciò che ci muove dall’interno possa essere espresso, presentato, rappresentato. Combattiamo con il medium, dialoghiamo con il medium. Lo corteggiamo, fatichiamo fino ad arrivare alla forma possibile, all’oggetto artistico -bidimensionale o tridimensionale- che, testimone del nostro esistere, si presta a diventare interlocutore conosciuto e sconosciuto insieme, punto di arrivo e punto di partenza nella continuità del processo creativo.
Quando invece incontriamo l’opera d’arte entriamo in un’oscillazione tra appartenere e essere altro: l’oggetto ci raggiunge, ci tocca e muove, ci incanta, rattrista, riempie di gioia, trasforma. Ci contiene e viene contenuto. Ci interroga e viene interrogato. Ci sembra creato per noi soli. Diviene, grazie allo sforzo di chi l’ha creato, modello simbolico per qualcosa che attendeva silenzioso in noi di essere svegliato. Un’opera d’arte ci tocca perché risveglia ciò che il corpo sa prima della mente, raggiungendo una parte di noi venuta ad essere quando la relazione era pura sintonia. Non verbale non corrisponde a senza significato ma alla presenza di un senso incarnato che è ancora in noi profondo e in attesa di essere riconosciuto.”
Solo la poesia, l’arte, la musica e la danza hanno un linguaggio che può avvicinarsi a una sorta di “magazzino” di sensi che si rinnova e cresce con continuità, fino a una comunicazione più profonda;
e così, creando, si possono trovare parole nuove e nuovi pensieri da addomesticare.
Questa è la base su cui poggia l’arte terapia, sia individuale che di gruppo.
Per quello che riguarda lo svolgimento delle sedute, quando il lavoro è di gruppo, dopo un primo momento di accoglienza, il fare creativo può sorgere dal confronto tra i membri, avere un tema deciso dal conduttore, oppure svolgersi nel silenzio e nella più totale libertà. Lo spazio-tempo creativo viene seguito da un momento in cui si osservano le immagini per poi cercare le parole per condividerle con gli altri.
Il linguaggio artistico è in grado di far convivere le complessità della comunicazione tra vari soggetti: le opere troveranno posto le une accanto alle altre nello stesso spazio e tempo come non potrebbero invece fare le parole. Potranno anche mostrare un colore, una traccia comune da cui partire per dialogare, oppure sarà possibile cercare una soluzione estetica di gruppo attraverso accostamenti, spostamenti…per arrivare a una narrazione. Oppure si può anche osservare in silenzio e accogliere dagli altri.
Ed ogni volta ci saranno i semi della nuova comprensione o soluzione, di una nuova storia.
Quando invece il lavoro è individuale, il compito dell’arte terapeuta è facilitare il processo creativo, il fare arte; accompagnare la nascita di esperienze che vanno dal dialogo con i materiali alla ricerca di una forma possibile, e quindi dal corporeo e gestuale alla forma; in una fase successiva l’arte terapeuta facilita e sostiene il dialogo con l’oggetto artistico creato che sarà in parte conosciuto, in parte ricco di nuove tracce se viene osservato veramente: ci si muove dall’esprimere fino al comunicare.
Il dialogo con l’immagine può avvenire sul piano estetico, come equilibrio di pieni e vuoti, presenza o assenza di struttura, gioco dei contrasti, ricerca di un nucleo da evidenziare o trasformare.
Oppure dal dialogo con l’immagine possono nascere associazioni, narrazioni, ricordi e piano piano negli incontri alcune trasformazioni avvengono a partire dal processo creativo e dal dialogo.
Per esempio avviene come quando diciamo che c’è un’atmosfera rarefatta, “evanescente”, che l’ambiente è chiuso, che una persona è “ruvida”. Ecco, in questi casi stiamo avvertendo la consistenza del momento e della relazione. L’estetica di una persona o di un incontro.
Attraverso un lavoro con materiali diversi noi possiamo esplorare quella metafora e trasformarla se non ci piace, così come possiamo cambiare lo sfondo su cui si ambienta una figura, modificare una prospettiva…
Da questi lavori sono nate poi anche delle mostre, come ad esempio la mostra “Stanze”, e la mostra “Svanite”, che ha fatto da contenitore a diverse storie e a piccoli dettagli, riunendo una trentina di partecipanti e creando trame e collegamenti tra di loro.
Sulla pagina si possono trovare tutti i vari eventi che sono stati organizzati in questi anni, come ad esempio “L’altro, diverso, in noi:passaggi di arte e danza per incontrarlo”, una serie di incontri pensati per scoprire dove l’incontro con l’Altro, diverso, può toccare e risuonare. Esperienze intrecciate di danza e arte che hanno guidato i partecipanti a esplorare come, all’interno di noi, alcune qualità di movimento e espressione artistica sono più famigliari o “straniere” e come la relazione con il movimento e il gesto artistico dell’Altro possa darci piacere o preoccuparci ma anche come sempre ci sorprenda e rinnovi.
Un dialogo importante tra storie diverse, tra luci e ombre.
Tra gli eventi futuri in programma troviamo “C’è così tanta vita dentro”:
“C’è così tanta vita tenuta dentro… emozioni, ricordi, pensieri…
Decisioni da prendere sul lavoro, sulla vita. Per la vita.
Timore e speranza, perdite e limitazioni ma anche scoperte inattese che la situazione generata dalla pandemia e ancora in atto ha portato e porta con sé.
Un prima e un dopo e ora soprattutto un “durante”, un perdurare…può esserci bisogno di esprimere, bisogno di raccontare, confrontarsi, condividere.”
Con l’edizione del 2020 si è creato un gruppo che ancora prosegue, e anche quest’anno verrà offerto uno spazio-tempo libero ma anche un po’ guidato, con delle tracce da cui partire come avviene nei laboratori espressivi con gli strumenti dell’arteterapia.
La presidente di Toscanalab è Cecilia Macagno (classe 1955), artista, arte terapeuta, supervisore e didatta di Art Therapy Italiana; al suo fianco troviamo uno staff tutto al femminile, composto da:
Elena Bacigalupi, che lavora come Arteterapeuta ATI e Facilitatrice SoulCollage®, lavora anche a Pisa presso il Centro Diurno di Salute mentale in collaborazione con l’Associazione Agape e a Pietrasanta nello studio privato presso l’associazione RecuperARTI dove porta avanti la sua personale ricerca artistica e tiene laboratori espressivi sia di gruppo che individualmente (e a Toscanalab ha condotto con Elena Del Bel Belluz gruppi per genitori adottivi);
Laura Mori, Arteterapeuta ad orientamento psicodinamico e coordinatrice interregionale della Toscana e Umbria di Art Therapy Italiana, che lavora a Firenze conducendo laboratori espressivi individuali e di gruppo. (La sua formazione professionale è artistica ed è specializzata in arti grafiche e multimediali);
Elena Del Bel Belluz, insegnante di sostegno, arteterapeuta ATI vive e lavora a Firenze, che conduce a Toscanalab laboratori sul segno e la scrittura. (Ha fatto parte del gruppo di coordinamento clinico adozioni di Art Therapy Italiana);
Fabiana Canale, Webdesigner, Artista, Arteterapeuta Psicodinamica e Facilitatrice SoulCollage®;
Sara Freschi, Arte terapeuta ATI e Educatrice professionale in ambito psichiatrico. (Esperta in textile art ha proposto a Toscanalab “Espressiva Arte Tessile”, un laboratorio di tecniche del cucito e della tessitura);
Claudia Masolini, che vive a Montespertoli e lavora a Prato come Arte Terapeuta ATI per la Cooperativa Humanitas che opera nella Riabilitazione Psichiatrica, conduce il laboratorio di Attività Espressive presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, in collaborazione con l’UFSMA di Prato, e coordina il Gruppo di Coordinamento Clinico Psicosi di Art Therapy Italiana.
‘Toscanalab arte e arteterapia’ si trova a Firenze, in via San Zanobi n.104 Rosso
Si possono approfondire gli eventi e gli argomenti sul sito:
www.toscanalab.arteearteterapia.org